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3.   La cultura del Cyber Sex - 25/09/2009

Intervista di Annetta Franco a Riccardo Campa, sui risvolti psicologici e sociologici del sesso virtuale

 

La tecnologia espande le possibilita' di quasi tutte le attivita' umane. La sfera della sessualita' non fa eccezione. Sul rapporto tra tecnologia ed erotismo, Riccardo Campa - professore di sociologia all’Università di Cracovia e Presidente dell’Associazione Italiana Transumanisti - risponde alle domande di Annetta Franco, collaboratrice di diverse testate giornalistiche e televisive, tra le quali, Le Scienze, Playboy, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, La7, e Odeon.

Si parla sempre piu' frequentemente di cyber sex. Puo farmi un quadro della situazione?

Il cybersex rappresenta una nuova frontiera del rapporto sessuale che si avvale delle nuove tecnologie allo scopo di creare situazioni erotiche impossibili in Real Life (o vita reale). Per esempio un rapporto a distanza, con i due partecipanti che possono essere locati ai due angoli opposti del pianeta, oppure relazioni con ruoli inediti o sensazioni inedite. Per esempio utilizzando degli avatar (immagini scelte per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali) molto diversi dalla persona reale, per quanto riguarda l’aspetto, il gender, l’età o altre caratteristiche fisiche. Il rapporto viene anche definito “virtuale”, ma esso è reale nelle sue conseguenze sugli stati di coscienza dei partecipanti. Quindi, il confine tra reale e virtuale non va trattato in modo dogmatico, manicheo. In fondo, anche durante un rapporto sessuale di tipo tradizionale, i partecipanti possono autostimolarsi con fantasie erotiche, immaginando il partner un po’ diverso dalla realtà, o abbigliato in modo diverso, o intento a fare cose diverse da quelle che effettivamente fa. Operazione che si può fare anche con se stessi. Il questo modo i partecipanti vengono “virtualizzati” attraverso la fantasia. In altre parole, anche durante i rapporti tradizionali, spesso, si fa sesso in parte con la persona in carne ed ossa che si ha tra le braccia e in parte con un avatar generato dalla nostra mente. La tecnologia espande queste possibilità.

Come definirebbe il cybersex?

Il cybersex (o cibersesso) è una forma di rapporto sessuale che avviene nel ciberspazio, senza contatto fisico diretto tra i partecipanti, grazie all’utilizzo di strumenti informatici e telematici.

Quali strumenti vengono maggiormente usati?

Gli strumenti fondamentali sono il Personal Computer, il telefono, la rete telematica o telefonica, e alcune periferiche hardware. Va infatti precisato che anche la rete telefonica è ciberspazio, per cui la forma più antica di cybersex è il sesso telefonico, nel quale i partecipanti – in genere due – si stimolano a vicenda con la parola, descrivendo le proprie azioni, senza potersi vedere. Il cybersex via computer offre più possibilità rispetto al vecchio phone sex. Intanto la descrizione delle azioni o dell’aspetto, può avvenire per forma scritta oltre che vocale. Si possono anche utilizzare gli avatar di Second Life, accoppiando una presenza visiva e l’uso di pose ball (ovvero di posizioni e azioni predeterminate) alla chat vocale o scritta. Inoltre, se lo si desidera, c’è anche la possibilità di vedersi attraverso una webcam. Infine, al computer, tramite le porte USB possono essere collegati delle periferiche hardware, o sex toys, capaci di simulare fisicamente gli organi sessuali dell’uomo e della donna. Per esempio, il Sinulator (www.sinulator.com) e l’Interactive Fleshlight (www.virtual-fleshlight.com), o altri oggetti simili, che sono organi sessuali sintetici controllabili a distanza attraverso il mouse, la tastiera o un joystick.

Sono più coppie o singoli coloro che si dedicano al cybersex?

Non ho nessuna statistica sotto mano per rispondere con precisione a questa domanda. Posso solo ipotizzare che le coppie utilizzino il cybersex prevalentemente se sono impossibilitate ad incontrarsi, mentre i single possono avvalersi di questa possibilità più ampiamente, per iniziare un rapporto o semplicemente a scopo ludico. Dunque, se dovessi scommettere, direi che i single sono più propensi. Credo tuttavia che molte persone sposate o fidanzate utilizzino il cybersex per incontrare altre persone, nella persuasione che si tratti appunto di un gioco e non di vero tradimento.

Potrebbe parlarmi dei robot? Ne esistono già in grado di soddisfare sessualmente gli umani? Non pensa che il semplice soddisfacimento fisico, senza il sapore della conquista sia pure sessuale e relegato anche a un solo incontro, possa togliere piacere al sesso? Come funzionano questi robot? Come sono stati studiati, anatomicamente parlando?

Diverse aziende sono impegnate nella progettazione e costruzione di umanoidi o androidi (ovvero robot con sembianze umane) di tipo multifunzionale. Tra le varie funzioni, oltre che pulire la casa, servire cibi o bevande e ricevere gli ospiti, sono in grado anche di fare massaggi o di avere un rapporto sessuale. L’aspetto di queste macchine è molto piacevole. E l’idea è di farle sempre più perfette. Si prospetta un mercato molto lucrativo, perché il solo fatto che siano multifunzione mette al riparo l’acquirente dal sospetto che intenda avvalersene soprattutto per soddisfare desideri sessuali. Il che potrebbe per alcuni essere imbarazzante. Un’azienda giapponese, Ai Robotics, ha recentemente lanciato la sua creazione: Lisa, disponibile nei modelli bionda e bruna, vestita in modo casual ed elegante. I suoi creatori, Etienne Fresse e Yoichi Yamato sostengono di avere sviluppato una tecnologia chiamata Recognition Krax System (RKS) che dà a Lisa la possibilità di riconoscere sensazioni tattili, vocali e visuali. A giudicare dai video, tuttavia, risulta ancora molto impacciata e meccanica. Tuttavia, la robotica sta facendo grossi passi avanti. Evidentemente, acquistare un robot non è esattamente come conquistare una persona. Va però detto che, anche quando si conquista una persona, non si è mai certi se essa nutre davvero sentimenti positivi nei nostri confronti, se veramente le piacciamo fisicamente o spiritualmente. Molte donne e uomini stanno con qualcuno per quello che questa persona ha e non per quello che è. Qualcuno potrebbe allora pensare che è meglio avere un rapporto sessuale con un essere robotico senza emozioni, che le finge seguendo un software, piuttosto che averlo con una persona in carne ed ossa che comunque finge, ma che magari ha sentimenti reali addirittura negativi nei confronti del partner. Inoltre, per molti la scelta non è tra un partner in carne ed ossa ed un robot, ma tra il nulla ed un robot. Uomini e donne invecchiano, diventando davvero poco appetibili per chiunque, ma potrebbero ancora conservare desideri sessuali. Il robot, oltre ad essere bellissimo, non farebbe difficoltà ad accoppiarsi anche con le persone meno attraenti. È un rapporto fittizio? Vero. Ma, come detto, sono fittizi anche certi rapporti reali. Diciamo che è una forma sofisticata di autoerotismo. Ci si stimola con un robot invece che con un film o un giornale erotico o pornografico. Sul tema sono tra l’altro stato intervistato anche dall’Espresso e per chi volesse approfondire posso indicare questo articolo: [ + ]

Il vivere il sesso a distanza fa bene alla coppia?

Bisogna sempre tenere presente che non c’è “la coppia”, ma ci sono “le coppie”. Così come non c’è “la persona”, ma ci sono “le persone”. Siamo tutti diversi. Ciò che rende felice qualcuno può rendere infelice un altro. Questo vale per tutte le interazioni fisiche e psicologiche e il cybersex non fa differenza. Se due partner si amano, ma hanno scarse possibilità di incontro perché viaggiano molto per lavoro o vivono lontano, il cybersex può essere il modo per tenere in piedi il rapporto. D’altro canto, se si ritiene soggettivamente che il rapporto sessuale tradizionale sia l’elemento centrale del rapporto di coppia, allora il cybersex diventa un palliativo che impedisce di prendere una decisione drastica ma opportuna: interrompere il rapporto con qualcuno che non può essere presente fisicamente nella nostra vita. Ma non si può stabilire quale sia il numero ottimale di rapporti sessuali in real life per una coppia. È una questione appunto soggettiva. Bisogna liberarsi dagli schematismi preconfezionati e chiedersi semplicemente: in questa situazione sono davvero felice? Se sì, si conserva la situazione, se no la si cambia. Mi rendo conto che la risposta è spesso: non lo so. L’uomo è un animale perennemente insoddisfatto. Ma bisogna davvero cercare di capire se una determinata situazione sgradevole ci è imposta dall’esterno. Il cybersex può rompere gli schemi e permetterci di capire chi veramente siamo e cosa vogliamo, perché ci da’ l’opportunità di costruire liberamente una realtà e non solo di subirla.

Quali sono gli effetti positivi e negativi del cybersex?

Anche qui, la valutazione è ovviamente soggettiva. Dipende da cosa giudichiamo positivo o negativo e da cosa cerchiamo rapportandoci con qualcuno. Da quanto ho potuto constatare seguendo discussioni in forum virtuali e reali, posso dire che le donne sembrano apprezzare il cybersex più degli uomini, per una lunga serie di ragioni. Innanzitutto, anche se il desiderio sessuale è probabilmente lo stesso nei soggetti maschili e femminili, per ragioni culturali e forse anche biologiche le donne sono più restie a concedersi rapporti occasionali con sconosciuti. Dico per ragioni culturali, perché – che ci piaccia o no – i rapporti occasionali incidono in modo diverso sulla reputazione di un uomo e di una donna. Dico per ragioni biologiche, perché la donna rischia di più in termini di ricezione di malattie veneree, gravidanze indesiderate, e violenza passiva. Non stupisce allora che la donna veda nel cybersex un’occasione per fare ciò che in real life fa più raramente e con maggiori remore: concedersi appunto a sconosciuti. I vantaggi sono notevoli. Il rapporto può essere anonimo e basato su identità fittizie. Ogni partecipante può interrompere il rapporto in ogni momento, semplicemente disconnettendosi. Se si fanno incontri strani, se il partner virtuale diventa assillante, lo si può bloccare o “bannare”. Inoltre, ci sono vantaggi sul piano tecnico. Leggendo i commenti nei forum, si nota che la donna apprezza il fatto che l’uomo non deve solo agire meccanicamente per soddisfarla, ma deve dare tutto se stesso sul piano anche mentale, dal momento che deve scrivere in chat o parlare via microfono. Il successo del rapporto, a differenza che in real life, non dipende tanto dall’aspetto fisico o dalle caratteristiche anatomiche del partner, quando dalle sue capacità intellettuali, stilistiche, empatiche. Dalle sue capacità di entrare in contatto a livello mentale, prima ancora che fisico. Infine, se si usa una certa oggettistica, per esempio le sopra menzionate periferiche Sinulator o Interactive Fleshlight, esiste la possibilità di “regolare” il partner. Per essere chiari, la donna è penetrata da un pene sintetico che è pilotato a distanza da un’altra persona. L’altra persona, proprio come in real life, può agire in modi diversi per quanto riguarda la frequenza, l’intensità la durata. Tuttavia, la tecnologia permette alla donna di azionare dei limitatori, per cui anche se il partner agisce con eccessiva foga, gli stimoli che arrivano possono essere regolati in modo ideale. Naturalmente, questo non lo si deve necessariamente dire al partner, ma il risultato finale è che il rapporto risulta più soddisfacente. L’aspetto negativo può essere appunto il fatto che il successo – il raggiungimento dell’orgasmo – non dipende solo dall’abilità dei due partecipanti, perché il computer fa la sua parte. Qualcuno potrebbe allora illudersi di avere provocato il piacere del partner, quando in realtà il rapporto è a tre: lui, lei e la macchina. Questo è negativo nella misura in cui, seguendo l’ideale di Platone nel mito della caverna, si considera l’illusione un male.

Ovviamente anche un uomo o una donna che vivono insieme possono dedicarsi tra loro al cybersex. Secondo lei, qual è l’approccio giusto? Come sfruttare al meglio con la fantasia tale opportunità?

Il cybersex potrebbe essere un’opportunità positiva anche per una coppia stabile. I due innamorati potrebbero infatti esitare a confessarsi reciprocamente particolari fantasie erotiche e questo alla lunga potrebbe minare il rapporto. In realtà, può accadere che qualcuno sia in linea di principio ben disposto a fare quello che il partner non osa chiedere e quindi sarebbe un peccato se la coppia si rompesse solo per ragioni di timidezza. Nel ciberspazio i due potrebbero fare per gioco quello che non osano fare in Real Life (per esempio, uso di abbigliamento fetish, scambio di ruoli, utilizzo di protesi, sesso di gruppo, pratiche sado-maso, sesso in luoghi particolari, ecc.), e poi – constatato che si è concordi sul fatto che non c’è nulla di male – trasferire il modo di amarsi dal virtuale al reale. O magari restare soddisfatti per il fatto che lo si fa almeno nel ciberspazio.

Come vincere eventuali remore e dedicarsi a fantasie che dal vivo non si avrebbero il “coraggio” di mettere in atto?

Come ho appena detto, lo si può proporre come un gioco. Davvero nel ciberspazio tutto diventa più facile, perché non si è in quei luoghi virtuali necessariamente con le proprie identità reali, con il proprio nome, con la propria faccia. E poi scatta anche il fenomeno dell’imitazione. Per esempio, in Second Life, si può teleportare il partner in un luogo in cui altri avatar si dedicano a certe pratiche sessuali davanti agli occhi di tutti. Ecco allora che scatta un diverso meccanismo psicologico: chi non è “normale”, a questo punto, è colui che non fa certe cose in quei luoghi. In termini sociologici, la norma è il comportamento della maggioranza, a prescindere dal comportamento. Se in una certa land, un luogo di Second Life, è la norma indossare abiti fetish, chi non lo fa si sente strano, asociale, anormale. Ma questo succede anche in Real Life. Se si va in una spiaggia di nudisti, a sentirsi in imbarazzo è chi indossa il costume e non viceversa. Il fatto è che nel ciberspazio, in Second Life, sulla spiaggia di nudisti ci si va in un attimo, con un click.

Come supplire alla distanza? Gli strumenti meccanici secondo lei possono essere una valida alternativa, un valido aiuto? Possono rendere il sesso migliore di quello fisico?

In psicologia si dice che i canali fondamentali di comunicazione sono tre: visivo, auditivo e cinestesico (o tattile). Ognuno di noi ha un canale preferenziale. Così, nel sesso, c’è chi si eccita principalmente con la parola, chi con la visione, chi con il contatto tattile. Due partner possono avere problemi quando utilizzano canali diversi. Il caso emblematico si ha quando un partner cinestesico vuole spegnere la luce, per togliere gli elementi di disturbo, mentre l’altro è… visivo! E quindi non si eccita a luci spente. Il sesso è una forma di comunicazione e questi non sono affatto dettagli. Il cybersex riesce a coprire i tre canali di comunicazione, con il microfono, la webcam e le periferiche hardware. Tuttavia, manca ancora qualcosa. In realtà i sensi sono cinque, essendoci anche il gusto e l’olfatto. La pelle umana, oltre che determinate caratteristiche tattili, ha anche un sapore e un odore. Questa componente, che per certi soggetti è importantissima, manca completamente nel cybersex. Se devo allora individuare una caratteristica negativa, sul piano tecnico, di questo tipo di rapporto è proprio questa. Se consideriamo che comunichiamo, come tutti gli altri animali, attraverso i feromoni, il rischio di iniziare un rapporto nel ciberspazio è che quando lo trasferiamo in Real Life può non risultare soddisfacente perché di questa persona non ci aggradano l’odore o il sapore. Senza contare il fatto che anche il rapporto tattile immediato può risultare diverso da quello mediato attraverso periferiche. Quindi torniamo al problema della soggettività. Il cybersex può risultare migliore del sesso tradizionale solo per le persone che non reputano fondamentali i canali di comunicazione gustativo e olfattivo.

Molti dicono che il sesso virtuale sia un qualcosa di sbagliato e che chi lo pratica, lo fa perché ha paura dell’altro? Secondo lei è così?

So bene che certe persone vedono così la questione. Ma questo modo distinguere in termini assoluti ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è frutto di un certo approccio culturale dogmatico. Per chi ha una mentalità libertaria, nella misura in cui rispettiamo le altre persone, è giusto tutto ciò che ci rende felici ed è sbagliato tutto ciò che ci rende infelici. Come ho detto prima, può anche darsi che qualcuno abbia paura di avere rapporti sessuali con altri esseri umani. Ma se lo fa a livello virtuale, significa che ne ha desiderio. Il cybersex può essere lo strumento per vincere la diffidenza. Oppure, una alternativa che impedisce completamente il superamento di certi complessi e ritrosie. Dipende da caso a caso. Ma non credo che si possa imputare qualcosa alla tecnologia. La tecnologia apre soltanto nuove possibilità. Poi sta a noi utilizzarle o non utilizzarle, al fine di raggiungere la nostra felicità. La felicità dipende anche dalla nostra capacità di capire che certe contrapposizioni sono assurde e fittizie, di liberarci da certi schemi eteronomi. Così come si può bere tranquillamente tanto la Coca Cola quanto la Pepsi Cola, si può tranquillamente praticare il sesso reale e il sesso virtuale. Chi ce lo impedisce? Chi ci obbliga a pensare sempre in termini dicotomici? Se siamo onesti con le altre persone e stiamo attenti a non generare illusioni, non c’è nulla di male se ci rapportiamo con esse in modo diverso. Supponiamo che una persona che apprezziamo per molte caratteristiche abbia un odore che ci risulta sgradevole. Con questa persona potremmo fare sesso nel ciberspazio, davanti a una webcam. Con un’altra che visivamente non ci aggrada, ma ha un odore eccitante potremmo fare sesso in real life, in una stanza buia. Con un’altra che non è né gradevole nell’aspetto, ne’ ha i feromoni giusti, ma ha una mente poetica ed una grandissima fantasia, potremmo fare sesso in chat, attraverso messaggi scritti. E via dicendo. Questo non ha implicazioni morali negative, se entrambe le persone sono d’accordo nel vivere il rapporto come un gioco, un divertimento. Se invece provoca effetti indesiderati, come frustrazione, sofferenza psichica, infelicità, allora è meglio farne a meno.

Cosa pensa del fare sesso tramite avatar o giochi on line? Secondo lei può essere costruttivo a livello di sviluppo della propria sessualità e della vita di coppia?

A questa domanda mi pare di avere già riposto, almeno in parte. Aggiungo un’osservazione. Se parliamo di funzione “costruttiva” del rapporto sessuale, significa che lo stiamo considerando in termini strumentali. Ora è innegabile che il sesso possa anche avere una funzione strumentale. Può infatti servire alla procreazione, oppure per trasmettere un sentimento d’amore, o per comunicare il nostro apprezzamento estetico nei confronti di una persona, o per fare un po’ di ginnastica. Evidentemente, il cybersex non serve né a procreare, né a fare ginnastica. Per cui, restano le altre due funzioni. Certamente, le può assolvere entrambe egregiamente. Non bisogna però scordare che il sesso è concepito da molti anche in termini non strumentali, ovvero come fine a se stesso. Il piacere per il piacere. È evidente che per la morale tradizionale il sesso è accettabile solo se strumentale e, in particolare, se funzionale alla procreazione. In questa prospettiva, il cybersex non ha nulla di costruttivo. D’altronde, il fatto che milioni di persone lo pratichino abitualmente è la prova che la società contemporanea è sempre più lontana dalla morale tradizionale. Ha una nuova morale.

Se due persone si incontrano on line, per esempio, su un social network, e una delle due fa avances sessuali col suo avatar, mentre l’altra è restia, ma non può fondamentalmente impedirlo, si può prospettare un problema etico?

Le avance sessuali si possono fare in Real Life così come nel ciberspazio. Fare avance sessuali non è né un reato né un comportamento amorale. Piuttosto si configura come reato, e non solo come comportamento immorale, l’insistenza dopo un legittimo rifiuto. Come si suol dire: chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Ma insistere è maleducazione e persino un crimine. Il problema etico nasce ogni qualvolta una persona, nel tentativo pur legittimo di conseguire la propria felicità, procura infelicità ad un’altra persona o le impedisce di cercare liberamente la propria felicità. Dunque, un atteggiamento petulante, aggressivo, insistente, insolente, ingiurioso è senza dubbio esecrabile sul piano etico, ma è anche contrario alle leggi. Molta gente è convinta che la legge finisca dove inizia Internet, ma in realtà tutte le leggi che proteggono le persone da questi reati in Real Life valgono anche in rete. In rete non siamo completamente anonimi. Il nostro computer ha un numero di IP. Siamo rintracciabili. Dunque, non vedo un problema creato dalle tecnologie. Semmai, il contrario. Intanto restano spesso tracce che siamo stati vittima di un abuso. In secondo luogo, se la situazione è davvero spiacevole possiamo bloccare l’altro utente o disconnetterci. Questo non possiamo farlo se, per esempio, le avance ci vengono fatte mentre viaggiamo in metropolitana, in un vagone semideserto.

Il cybersex potrebbe diventare la morte del sesso o è invece la sua esaltazione? Perché?

Possono accadere entrambe le cose. Ma, se posso fare una previsione a istinto, ovvero non scientifica, propenderei per la seconda ipotesi. Giudico contraria alla natura umana molta della morale ereditata dal passato, in particolare per la sua sessuofobia. L’erotismo è un istinto naturale dell’uomo che viene represso da arbitrarie norme morali. La tecnologia contribuisce a cambiare il mondo e dunque a rendere sempre più obsoleta quella morale. L’aspetto ludico di molte attività permesse da Internet, Second Life, ciberspazio porta gradualmente a sgretolare quella morale, che appare sempre più lontana dalla realtà, sempre meno comprensibile. Ecco perché credo che il cybersex porterà alla esaltazione della sessualità, in forme anche inedite.

Che scenari prevede per il futuro? Quale sarà l'aspetto più interessante?

Prevedo avatar sempre più realistici in Second Life, o piattaforme analoghe, sia nell’aspetto che nei movimenti. Immagino che prima o poi la realtà virtuale diventerà indistinguibile dal mondo reale, come in Matrix. A quel punto potrebbe davvero accadere che passeremo più tempo a relazionarci, anche in termini sessuali, nel ciberspazio con partner quasi perfetti, piuttosto che nella realtà. Ma questo avverrà a patto che si riescano a simulare anche gli odori e i sapori. Credo che servirà ancora molto tempo per questo. Perciò, chi ama la presenza reale di corpi nudi, pur con le loro imperfezioni, non ha nulla da temere nel breve periodo. Troverà molti altri che la pensano allo stesso modo e non verrà lasciato solo.

Ha, per caso, qualche aneddoto carino che le è capitato di studiare?

Il caso più tipico è quello dell’eterosessuale che cambia gender al proprio avatar, assumendo sembianze o identità di sesso opposto, per vedere l’effetto che fa, e poi non riesce più a tornare indietro. Inizialmente lo fa per gioco, ma poi finisce per cambiare orientamento sessuale anche in real life. C’è il caso di un signore con un avatar femminile che ha poi deciso di divorziare dalla moglie, perché ha scoperto di preferire gli uomini. Evidentemente, le sue reali tendenze erano altre e Internet non ha fatto altro che liberarle. D’altronde, non si può nemmeno escludere il contrario, ovvero il caso dell’omosessuale che ci prende gusto a fare l’amore con persone di sesso diverso. La strada è aperta a tutte le possibilità.
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